Essere precursori è il segno distintivo di chi opera nel Csi
L’appuntamento del Wow Festival, lo scorso weekend in scena a Malpensafiere in provincia di Varese, ha confermato come il Centro Sportivo Italiano sia sempre pronto a cogliere tutte le opportunità per promuovere educazione attraverso lo sport.
Essere precursori è stato il segno distintivo dei dirigenti del Csi. Lo facciamo da 75 anni e vogliamo continuare, interpretando le novità che ci si presentano e che vogliamo rileggere al servizio dei più giovani.
Oggi, però, viviamo una strana sensazione, tra preoccupazioni e attese. Siamo preoccupati per una riforma dello sport sospesa, che lascia troppi interrogativi e che continua a non garantire le società sportive di base, quelle di quartiere, di oratorio, fondate sul volontariato. Siamo preoccupati dai tanti decreti che il Governo dovrebbe produrre nei prossimi undici mesi, ma di cui non si discute. Siamo preoccupati per una conflittualità tra federazioni, enti di promozione sportiva, Coni e “Sport e salute”, che sembra dettata da interessi parziali e non animata dalla ricerca del bene comune. E in questo modo si dimenticano le sportive e gli sportivi: continuano a diminuire i giovani che praticano sport in maniera continuativa (meno 2% di praticanti tra gli 11 e i 18 anni), aumentano i giovani sedentari e il drop out delle atlete under 15 supera il 35%.
Ecco che, allora, attendiamo che il Ministro dei giovani e dello sport dia un segnale chiaro: il suo ministero sarà anche senza portafoglio, ma è strategico per la crescita e lo sviluppo di tutto il Paese. Lo abbiamo detto al Wow Festival, insieme ai presidenti di alcuni Enti di promozione sportiva,
con i quali condividiamo un percorso di legalità e di autentica attenzione alle società sportive. Lo sport è uno strumento di politiche educative, culturali, economiche, familiari e tanto altro ancora, innovativo ed efficace. Abbiamo bisogno di certezze per esprimere tutte le nostre capacità. Attendiamo che il sistema dei controlli distingua chi promuove sport da chi promuove solo parole rassicuranti, affinché le risorse, anche queste ancora incerte, siano utilizzate per la vera promozione sportiva; quella che il Csi organizza da 75 anni, con le società sportive come veri e propri presìdi educativi. Per questo, chiediamo al Ministro Spadafora di avviare presto un confronto ampio e sincero con tutti gli attori dello sport, avendo il coraggio di entrare nel merito di chi è al servizio dello sport e di chi considera lo sport solo un self service. Siamo pronti ad offrire un contributo, attivo e rispettoso, alle istituzioni, perché il sistema sportivo italiano possa formare, proprio come accadde con il Csi subito dopo la seconda guerra mondiale, una generazione di uomini e di donne pronti a giocare la partita delle politiche attraverso lo sport e della ricostruzione delle comunità sui territori. Lo sport, come sosteneva Nelson Mandela, ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza… Ne abbiamo tutti bisogno.